In questa nuova collettiva, la galleria si trasforma, non solo come contenitore ma diventa un vero e proprio “Spazio Arte”, perdendo la dimensione spazio-temporale di luogo dove vengono collocate le opere, ma si trasforma in uno spazio interiore in cui lo spettatore è invitato a interagire con le opere stesse.
Il metamorfismo, il cambiamento, la trasformazione è il tema, se vogliamo cristallizzarne uno solo, il magma, in cui lo spettatore è invitato a “navigare”, partendo dalle opere di Giorgio Bevignani, plasmatore di materia, materiali plastici e sintetici, derivanti dalla putrefazione (trasformazione) della materia organica in petrolio nel corso dei millenni, la cui ricerca artistica sin dagli esordi, è stata proiettata verso la visione della materia come malleabile e modificabile, labile come l’essenza stessa della vita.
I lavori presentati sono il frutto di un ulteriore evoluzione del suo linguaggio espressivo, realizzati con il silicone e la schiuma poliuretica, ispirati alla conformazione del corallo; ogni strato di silicone imbevuto di pigmento fluorescente (fluoro, fosforo) viene lasciato asciugare singolarmente e plasmato dall’artista, in modo che dalla lenta sovrapposizione e stratificazione nascano le superfici tattili e sinuose delle sue opere, imitando la sedimentazione dei minerali all’interno delle rocce, come avviene in natura.
La poetica di Bevignani attraverso il valore cangiante e metamorfico della superficie delle opere esposte, si sofferma sulle condizioni di instabilità e sulla progressiva perdita di riferimenti che caratterizza l’epoca contemporanea.
Michel Gambino, “mosaicista” italoamericano, propone le sue delicatissime composizioni, in cui le tessere del mosaico, sono moltitudini di farfalle variegate, coloratissime, di carta intagliate pazientemente e applicate una ad una su supporti. La farfalla è l’insetto simbolo per eccellenza del mutamento, della metamorfosi nel suo percorso vitale (bruco, crisalide, farfalla). Simbolo della bellezza, della leggerezza dell’animo umano, emblema di evoluzione e rinascita.
Le opere di Gambino si ispirano alla Teoria del Caos del matematico statunitense Edward Lorenz, secondo la quale esiste una concatenazione, tra avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio, il così detto Effetto Farfalla e alla Legge di conservazione delle Massa di Lavoisier, secondo la quale “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, leggi che l’artista conosce bene, grazie ad un percorso formativo iniziale, rivolto alla chimica e biologia.
Un linguaggio artistico estremamente innovativo, caratterizzato da una personale ricostruzione dell’universo naturale, rimodellando i flussi energetici che determinano la vita nel nostro Pianeta, attraverso una delle creature più minute che lo popolano: la farfalla. Alcune opere esposte, hanno, come fulcro centrale un libro, da cui si propagano farfalle: l’accostamento è sorprendente, riuscitissimo: i libri, come le farfalle, sono simboli evolutivi, il loro contenuto favorisce il cambiamento degli individui sul piano psicologico e spirituale.
Riproduce anche i fenomeni di bioluminescenza che ritroviamo in natura, in esseri viventi come lucciole e pesci delle profondità oceaniche, usando supporti realizzati con vernici fosforescenti, che nell’oscurità, mutano completamente la percezione estetica dell’opera donandoci una doppia lettura, diurna e notturna.